Iniziamo parlando del sogno. Roberto Carlon, ottico, veneziano, sognatore, con un certo fiuto per gli affari e il suo sogno: creare un occhiale diverso dagli altri, che si distinguesse per la sua leggerezza e per la sua semplicità.
Erano gli anni ’80 e il mondo dell’occhialeria scopriva che l’occhiale non poteva essere vissuto soltanto come una protesi necessaria agli ametropi per vedere meglio ma doveva diventare un oggetto di moda e di design e – soprattutto – un accessorio pensato per migliorare l’immagine personale. Il mondo si riempiva di colori e di proporzioni esagerate e l’interpretazione più comune di questa tendenza era andare verso l’amplificazione, verso il colore, verso l’opulenza, soprattutto nell’ambito del design italiano e francese. Nel nord Europa già nascevano tendenze opposte, orientate all’utilizzo di materiali innovativi pensati proprio per rendere l’occhiale leggero, trasparente, invisibile.
Questo è diventato il sogno di Roberto Carlon: eliminare tutto ciò che si poteva eliminare e lavorando per sottrazione creare un occhiale non soltanto leggero, ma anche solido, che non necessitasse di pezzi di ricambio e richiedesse pochissima manutenzione. Così l’intuizione imprenditoriale ha portato alla ricerca tecnica, la costanza ha portato un po’ di fortuna nell’incontrare persone che potessero trasmettere la competenza dei materiali e la capacità artigianale è diventata arte, realizzando i primi concept dell’occhiale Micromega.
Un filo di titanio, letteralmente cucito alle lenti, in un equilibrio totalmente personalizzato sul viso del portatore.
Un occhiale unico, che in circa 3 grammi realizza una montatura funzionale e confortevole.
Ma l’ottico che è anche artigiano non può fermarsi all’idea dell’artista e alla ricerca di bellezza. E così ancora una volta la manualità diventa possibilità di creare qualcosa di nuovo: se la montatura è ridotta alla minima struttura possibile, l’estetica deve essere ricercata altrove. Il pensiero laterale viene in aiuto: laddove il mondo mettere il design nella montatura e la funzione nelle lenti, Carlon ha l’intuizione di spostare la parte creativa nel taglio della lente oftalmica. Il risultato è un equilibrio di leggerezza, comfort, visione e forma: le lenti oftalmiche diventano foglie, stelle, soli e lune, per adattarsi di volta in volta alla personalità e all’estetica del portatore.
Lo step successivo può essere definito una sorta di “equilibrismo”: piano piano la materia torna sull’occhiale, sempre con l’uso di materiali leggeri e naturali come il legno o il corno, a costruire leggere impalcature asimmetriche che riscoprono l’equilibrio proprio nel loro legame con le lenti.
Una sintesi perfetta di forma e funzione, che unisce creatività e leggerezza, personalizzazione e tecnologia in soluzioni per la visione che diventano, indossate, vere opere d’arte che si completano e completano i visi su cui vengono indossate.
Il cuore di tutto ciò continua a vivere in una bottega che racchiude la propria parte pulsante in un laboratorio nel cuore di Venezia il cui corridoio d’ingresso ricorda più una galleria d’artista che non l’antro di un’artigiano. Attorno a un tavolo di lavoro il processo si ripete ormai da anni nelle mani esperte di Roberto, di Anna, di Giulio e dei loro collaboratori. L’idea che nasce a bottega, insieme al cliente e studiando il suo volto e il suo gusto si realizza attraverso il taglio creativo delle lenti, effettuato in sede, nel rispetto dei parametri di centratura necessari per una visione perfetta per poi passare alla costruzione della montatura: il filo d’oro o di titanio viene tagliato a misura, piegato a dovere, cucito nei fori delle lenti e integrato con eventuali altre parti in legno, corno oppure policarbonato per le aste realizzate con lo stesso materiale delle lenti oftalmiche, che ne conservano la trasparenza e – su richiesta – la capacità di scurirsi alla luce.
Una volta confezionato l’occhiale viene verificato strumentalmente e sul viso del portatore.
Il concetto di sartorialità che è alla base della nostra produzione rende ogni occhiale unico, personalizzato e duraturo nel tempo.
L’integrazione fra telaio e lente rende impossibile distinguere tra le parti: il processo di sottrazione che ha portato a eliminare ogni elemento superflo e possibile causa di fragilità del progetto ha fatto si che ogni elemento residuo (aste, ponte e lenti) diventassero parte integrante del design.
Non può esistere, quindi, una montatura Micromega senza le sue lenti e il loro taglio “speciale”.
E questa alchimia si è potuta creare proprio grazie all’insieme dei mondi che hanno animato il sogno del fondatore della nostra azienda: senza la sua anima imprenditoriale non avrebbe ricercato il sogno, senza la sua curiosità intellettuale non avrebbe ricercato il materiale, senza la sua formazione da ottico non avrebbe avuto la sensibilità di ricercare la perfezione nella soluzione visiva, senza la sua indole d’artista non avrebbe saputo ricercare una soluzione di design unica, senza la sua manualità d’artigiano non avrebbe potuto realizzare e mettere insieme il tutto, ma soprattuto senza la sua filosofia umanista non avrebbe potuto ricercare l’unicità di ogni singolo occhiale.